Marisa Malvasi
Viaggi di note, note di viaggi
È da mettere in luce un singolare primato dell'Italia per quel che concerne il fenomeno turismo. Nessun altro paese ha mai manifestato una così potente e tenace attrattiva per i musicisti provenienti da altre terre. L'Italia era un destinazione ineludibile, il coronamento, molto spesso, di una formazione iniziata altrove e che tuttavia senza il passaggio fra le braccia della grande madre mediterranea sarebbe rimasta lacunosa e monca... Erede naturale, per ragioni storiche e per la sua felicissima collocazione geografica nel cuore del Mediterraneo l'Italia ha saputo sviluppare nei secoli un vero e proprio culto del gusto e della cultura artistica e musicale. Tornare in Italia significava vedere con i propri occhi, sentire con mano, vivere quelli che erano stati gli estremi sviluppi e le metamorfosi della civiltà greca e romana; significava vedere l'arte medievale, rinascimentale, moderna; significava, insomma, compiere la propria formazione umana prima ancora che artistica. Dal Rinascimento alla fine del Settecento, l'Italia era uno dei centri o piuttosto il centro, dell'arte musicale, nonché delle arti figurative e dell'architettura. Dopo l'Ottocento, invece, la tradizione del viaggio musicale in Italia si perde, o comunque scema di importanza. La più decisa europeizzazione che la vita artistica e musicale conobbe nel XX secolo, per cui non vi furono più centri privilegiati, ma una più netta omogeneizzazione. E non dimen-tichiamo che la prima e la seconda guerra mondiale e ebbero, tra i tanti effetti deleteri, quello di interrompere le comunicazioni culturali fra i paesi e anzi di rendere ostili gli uni agli altri artisti, musicisti, intellettuali. E ciò non giocò certo a favore dello spostamento internazionale dei musicisti.
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Autore: Malvasi Marisa
Viaggi di note, note di viaggi
È da mettere in luce un singolare primato dell'Italia per quel che concerne il fenomeno turismo. Nessun altro paese ha mai manifestato una così potente e tenace attrattiva per i musicisti provenienti da altre terre. L'Italia era un destinazione ineludibile, il coronamento, molto spesso, di una formazione iniziata altrove e che tuttavia senza il passaggio fra le braccia della grande madre mediterranea sarebbe rimasta lacunosa e monca... Erede naturale, per ragioni storiche e per la sua felicissima collocazione geografica nel cuore del Mediterraneo l'Italia ha saputo sviluppare nei secoli un vero e proprio culto del gusto e della cultura artistica e musicale. Tornare in Italia significava vedere con i propri occhi, sentire con mano, vivere quelli che erano stati gli estremi sviluppi e le metamorfosi della civiltà greca e romana; significava vedere l'arte medievale, rinascimentale, moderna; significava, insomma, compiere la propria formazione umana prima ancora che artistica. Dal Rinascimento alla fine del Settecento, l'Italia era uno dei centri o piuttosto il centro, dell'arte musicale, nonché delle arti figurative e dell'architettura. Dopo l'Ottocento, invece, la tradizione del viaggio musicale in Italia si perde, o comunque scema di importanza. La più decisa europeizzazione che la vita artistica e musicale conobbe nel XX secolo, per cui non vi furono più centri privilegiati, ma una più netta omogeneizzazione. E non dimen-tichiamo che la prima e la seconda guerra mondiale e ebbero, tra i tanti effetti deleteri, quello di interrompere le comunicazioni culturali fra i paesi e anzi di rendere ostili gli uni agli altri artisti, musicisti, intellettuali. E ciò non giocò certo a favore dello spostamento internazionale dei musicisti.
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Autore: Malvasi Marisa
Caratteristiche | |
Anno di pubblicazione | 2010 |
Collana | Musica e Storia, 4 |
Dati tecnici | pp. 226 - formato 15x21 |
Tipo | Cartaceo |
Viaggi di note, note di viaggi
- Autore: Malvasi Marisa
- Codice: 978-88-87203-99-8
- Disponibilità: Disponibile
-
19,00€